Una grande rivoluzione è in atto nel mondo dei piastrellisti.
La professione sta evolvendo velocemente a causa dei nuovi
materiali ceramici ed adesivi e delle nuove tecniche di posa - strumentazione.
Si sta creando un divario enorme tra piastrellista
professionista al passo con le nuove tecnologie e piastrellista fai da te
(della domenica).
Un tempo c’era ampio spazio per una classe di piastrellisti
intermedia, chiamiamola la classe media. Ora la divisione sta diventando
nettissima e tra 4 o 6 anni esisteranno probabilmente solo due categorie di
posatori.
Categorie di Posatori nel 2025
1.
I “piastrellisti della domenica”, dalle
competenze medio basse che si concentreranno più che altro su lavori basici e piccole
ristrutturazioni di vecchie installazioni competendo principalmente sul prezzo
al ribasso. Questa classe di piastrellisti sarà quella che si formerà “in casa”
con il padre, zio o amico muratore/piastrellista che li introdurrà all’attività
di posa. I “piastrellisti della domenica” saranno quelli che non parteciperanno
a nessun corso di aggiornamento sulle ceramiche, sugli adesivi o sugli utensili
per la posa.
2.
I piastrellisti tecnici o Ingegeri della posa”
come ci piace chiamarli. Questa seconda categoria di posatori sarà l’unica in
grado di capire, interpretare ed essere in grado di posare con tecniche di posa
innovative tutti i materiali ceramici di nuova generazione. Questi stessi
piastrellisti saranno gli unici in grado di intervenire nella ristrutturazione
di pavimenti e rivestimenti posati con tecniche innovative o materiali
all’avanguardia. Gli “ingegneri della posa” potranno quotare lavori a prezzi più
alti dei colleghi e saranno anche chiamati a fare ispezioni su lavori di altri
colleghi. Caratteristica fondamentale degli “ingegneri della posa” sarà la
formazione costante di alto livello, formazione che in questo momento in Italia
è fornita direttamente dai produttori di colle, ceramiche ed attrezzature. Gli ingegneri
della posa avranno mentalità aperta e saranno consapevoli che dovranno dedicare
diversi giorni all’anno in formazione avanzata e soprattutto dovranno ogni anno
mettere in discussione le proprie convinzioni per dare spazio al nuovo che
avanza.
Cosa succederà alle migliaia di Piastrellisti di classe
media?
E’ verosimile ipotizzare che questa tipologia di piastrellisti
scomparirà entro pochi anni, spazzata via da un lato dalla mancanza di
competenze tecniche e di mentalità aperta , dall’atro lato dai prezzi dei
piastrellisti della domenica.
L’ipotesi più probabile è che questi piastrellisti intermedi
(che oggi rappresentano una buona percentuale dei posatori italiani), si
riqualificheranno in aree più generiche e meno specializzate.
Quello che farà la differenza e sarà la fortuna di alcuni
posatori sarà, come anticipato, l’apertura mentale, l’umiltà e quindi la
predisposizione ad apprendere il nuovo in un contesto che cambia ad una
velocità mai vista prima.
Non dimentichiamoci che in molti altri settori sono in atto
stravolgimenti tecnologici enormi che stanno rivoluzionando interi comparti e
professioni.
Quanto tempo pensiamo che manchi all’introduzione di
tecnologie o macchinari rivoluzionari anche nel nostro settore?
Siamo certi che aziende molto innovative come Mapei,
Kerakoll o Brevetti Montolit non stiano già lavorando o abbiano nel cassetto
prodotti in grado di cambiare il settore della posa?
Non dobbiamo certo fasciarci la testa ora ma il tempo degli
“Ingegneri della Posa” è già iniziato e sarebbe stupido non prenderne atto.
In altre nazioni a noi vicine come Svizzera o Germania,
scuole di posa idipendenti stanno già lavorando da tempo in questa direzione.
In Italia purtroppo c’è stato il lodevole tentativo di Assoposa che però è
stato connotato troppo come organismo privato legato agli interessi di qualche
azienda specifica e quindi volto all’insegnamento delle tecniche legate ai
prodotti di tali aziende.
Occorrerebbe che nascesse un organismo indipendende che,
supportato anche da privati (ma da un gruppo di privati più rappresentativo del
settore della ceramica in Italia), fosse in grado di impostare una formazione
avanzata neutrale e di alto livello.
Pensiamo che questo possa succedere e che la spinta alla
creazione di una vera associazione di posatori professionisti 4.0 possa nascere
dalla volontà di aziende come Kerakoll, Sika o Montolit e da Assoceramiche
convolgendo anche quello che rimarrà di buono dell’esperienza di Assoposa. Il lavoro di queste imprese sarà
facilitato perchè potranno costruire qualcosa evitando gli errori commessi
dalle associazioni precedenti.
Chiudiamo con un messaggio positivo. Seppur le Associazioni
di posa esisteti in Italia non siano ancora in grado di creare i nuovi
“Ingegneri della posa”, è altrettanto vero che esistono già molti
piastrellisti tecnici che stanno andando in quella direzione e che
rappresentano il presente ed il futuro della professione.
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